Saggistica

Questo mondo un po’ sgualcito

Conversazione di Francesco De Filippo con Andrea Camilleri

FRANCESCO DE FILIPPO

Dal 1986 lavora come giornalista per l’Agenzia ANSA, costruendo una carriera ricca di esperienze nelle redazioni di Napoli, Roma, dove ha operato per oltre diciassette anni, e Genova, maturando una solida competenza nel settore dell’informazione.

Dal 2011 risiede a Trieste, dove prosegue il suo percorso professionale. È stato corrispondente per Il Sole 24 Ore e redattore capo della rivista Arte & Carte, distinguendosi per il suo contributo editoriale. Ha inoltre guidato la cooperativa Informedia come presidente e lavorato come addetto stampa per diverse organizzazioni di rilievo campano e nazionale, apportando un contributo significativo alla loro comunicazione.

Di interviste ad Andrea Camilleri è affollato il mondo del giornalismo e della televisione; di tesi di laurea sulla sua opera sono colmi gli scaffali degli atenei, così come quelli delle biblioteche per quanto concerne libri confessione, ponderose sintesi biografiche, quadri di sicilianità e quant’altro. Che motivo c’era di scriverne un altro, dunque?

A mio avviso non ce n’è uno, ce ne sono due. Comincio dal secondo: il ricavato di questo libro, detratte le spese sostenute dall’editore, andrà in beneficenza. Il primo motivo: nell’abbagliante, stordente e caduco mondo dei media dominato da rapidità e approssimazione, credo che la figura dello scrittore siciliano sia sottovalutata; va corretta. Di riflettori puntati su di lui ce ne sono fin troppi, ma l’immagine che ne rimanda la televisione o la stampa è parziale, banalmente personalistica, a volte paternalistica.

Se tralasciamo per un istante la produzione montalbaniana, divenuta suo malgrado quasi un prodotto di consumo, cosa rimane di Andrea Camilleri? Tantissimo ancora: un uomo di grande rigore etico, onestà e intelligenza, uno scrittore di grande talento, un intellettuale engagé ma non barricadero, un anziano ancora curioso e disponibile ad apprendere, un uomo colto che ha attraversato quasi un secolo di storia conoscendo di questa molti protagonisti, un individuo semplice con i suoi difetti, un regista tra i primi a portare in Italia il teatro di Beckett. In una parola, un saggio.